Quali sono le possibili agevolazioni nel caso in cui si chieda aiuto ad una badante per prendersi cura di un parente anziano?
I familiari che hanno bisogno di un supporto concreto per prendersi cura di un parente anziano o con patologie legate all’età non vengono lasciati soli. Infatti, sono molteplici gli aiuti disponibili, agevolazioni alle quali si può accedere per riuscire a calmierare i costi onerosi che comporta l’intervento fisso di una terza persona spesso sia durante le ore diurne che notturne. Vediamo dunque quali sono i sostegni legati alle spese per una badante e di quanto possono andare ad ammortizzare il carico economico mensile delle famiglie.
Prendersi cura dei genitori, dei nonni o di altri parenti che non sono più in grado di essere autosufficienti è certamente impegnativo ma se alla fatica si può far fronte, dal punto di vista delle spese ci si potrebbe trovare in seria difficoltà. Questo perché in diversi casi la presenza di una badante potrebbe rivelarsi indispensabile ma i costi connessi alla sua assunzione potrebbero risultare proibitivi. I bonus che ci vengono incontro in tal senso sono essenzialmente due: ovvero, l’assegno di accompagnamento ed il bonus badante.
Bonus badanti, a quali agevolazioni si può accedere? Lo scenario attuale
Quest’ultimo è riconosciuto da Cas.Sa Colf ed è rivolto ai datori di lavoro iscritti da almeno un anno. Viene erogato sotto forma di rimborso di parte delle spese legate al versamento dei contributi previdenziali nonché della retribuzione del lavoratore domestico assunto. Vi sono dei limiti in quanto il massimo erogabile ammonta a 300 euro al mese per dodici mensilità; inoltre la persona assistita deve trovarsi in una situazione di non autosufficienza documentata, impossibilitato a svolgere le attività della vita quotidiana come mangiare, andare in bagno o spostarsi. Il grado di autonomia verrà constatato mediante un punteggio e solo nel caso di un minimo di 40 punti si potrà accedere all’agevolazione valida una sola volta.
Per quanto riguarda l’assegno di accompagnamento, esso viene riconosciuto agli invalidi civili dall’Inps a patto che sia stata riconosciuta la completa riduzione dell’attività lavorativa. Questa indennità non è legata al reddito ma al solo riconoscimento dell’autosufficienza. Chiaramente i requisiti sono cittadinanza italiana e residenza stabile in Italia. Per richiederlo bisogna inviare la domanda all’Inps in via telematica allegando l’accertamento sanitario e attendere che la domanda venga accolta: a quel punto inizierà ad essere erogato un assegno mensile di 527,16 euro (la somma è suscettibile di variazioni) per un anno. Nel caso di ricovero, dal momento che le spese passano a carico dello stato, l’assegno non verrà erogato.