Pensioni, chi può lasciare il lavoro in anticipo: le istruzioni dell’Inps

Ci sono alcune categorie di lavoratori che hanno la possibilità di smettere di lavorare in anticipo: scopriamo tutte le istruzioni dell’Inps

giovani al pc
Questa categoria può andare in pensione prima degli altro-Cassanoweb.it

La pensione, che solitamente si calcola in base all’età, un traguardo atteso per molti, è diventata oggetto di crescente preoccupazione per molti pensionati. Negli ultimi anni, si è registrato un costante declino nei livelli delle pensioni, rendendo sempre più difficile per gli anziani far fronte alle spese quotidiane. Questo trend ha generato una serie di sfide economiche, mettendo a dura prova la capacità dei pensionati di gestire i propri bilanci finanziari.

Con pensioni sempre più basse, molti anziani si trovano ad affrontare una serie di difficoltà nel soddisfare le proprie esigenze di base, come l’alloggio, il cibo e le cure mediche. L’aumento dei costi della vita, insieme alla diminuzione dei redditi pensionistici, ha reso arduo bilanciare il bilancio mensile, costringendo molte persone anziane a fare sacrifici e rinunce per far fronte alle spese necessarie.

In questo contesto, diventa essenziale esaminare le pensioni esistenti e adottare misure concrete per migliorare la sicurezza finanziaria degli anziani. Ciò potrebbe includere l’aumento delle pensioni minime, l’aggiornamento delle formule di indicizzazione per tener conto dell’inflazione e l’assistenza sociale per coloro che si trovano in condizioni di maggiore bisogno.

Inoltre, è fondamentale promuovere una maggiore consapevolezza sull’importanza del risparmio previdenziale e della pianificazione finanziaria durante il corso della vita lavorativa. Educare le persone sull’importanza di mettere da parte risorse finanziarie per la pensione può contribuire a garantire una maggiore sicurezza economica in età avanzata. Non tutti sanno che c’è una categoria che può andare in pensione in anticipo: scopriamo chi.

Pensioni: ecco chi può lasciare il lavoro in anticipo

donna libera
Le donne con questi requisiti possono andare in pensione prima-cassanoweb

Quest’anno, l’Opzione Donna per la pensione anticipata è un’opportunità che poche lavoratrici potranno sfruttare a causa dei requisiti più rigidi stabiliti dal governo Meloni. Introdotto nel 2019 per agevolare le donne nel pensionamento, questo anticipo pensionistico è ora diventato una misura quasi marginale. Coinvolgendo solo una platea limitata di persone. Tuttavia, nonostante i vincoli, ci sono ancora lavoratrici che possono beneficiarne. Permette di lasciare il lavoro a 61 anni, o a 59 anni per chi ha due o più figli, purché abbiano almeno 35 anni di contributi.

Le istruzioni dell’INPS, aggiornate di recente con una circolare apposita, forniscono dettagli su chi può usufruire dell’Opzione Donna, quando e come fare domanda. Le lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2023, abbiano accumulato almeno 35 anni di contributi e abbiano compiuto almeno 61 anni di età possono accedere all’Opzione Donna. Anche i periodi lavorati all’estero possono essere conteggiati, a patto che siano stati in paesi UE, dello Spazio economico europeo, in Svizzera o in Stati con accordi specifici con l’Italia.

Per le madri lavoratrici, l’età minima scende a 60 anni per chi ha un figlio e a 59 anni per chi ne ha due o più. Tuttavia, esistono ulteriori criteri da soddisfare. L’importo dell’assegno è calcolato con il metodo contributivo, quindi inferiore a quello della pensione di vecchiaia. E ci sono specifiche condizioni che devono essere rispettate per essere ammissibili.

L’Opzione Donna richiede anche di rispettare ulteriori requisiti, rendendo la misura meno accessibile. Solo alcune categorie specifiche, come le lavoratrici che assistono coniugi o parenti con disabilità grave o che hanno un’invalidità civile riconosciuta, possono usufruirne prima. Per queste categorie, l’età minima scende automaticamente a 59 anni, indipendentemente dalla presenza di figli.

Il calcolo dell’assegno avviene interamente con il metodo contributivo. Il che comporta un importo inferiore rispetto alla pensione di vecchiaia, poiché si rinunciano a anni di contributi retributivi più generosi. I tempi di attesa per ricevere l’assegno possono essere lunghi, da dodici a diciotto mesi a seconda del tipo di lavoro svolto. La domanda può essere presentata autonomamente online tramite il sito dell’INPS o attraverso un patronato, un Caf o un ufficio territoriale INPS per assistenza personalizzata.

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