Incontro interlocutorio sul tema del randagismo e in generale sulla vita degli amici a quattro zampe nel nostro paese, quello di ieri pomeriggio in sala consiliare, convocato dalla Sindaca Maria Pia Di Medio e dall’Assessora Maria Pia D’Ambrosio.
Nessuna decisione concreta, tante domande e qualche titubanza da parte dell’Amministrazione Comunale ma anche la volontà di proseguire in un dialogo appena iniziato ed a cui i cittadini sembrano tenere molto vista l’ottima affluenza di tanti proprietari di animali, volontari e amanti dei cani che hanno riempito la sala.
Incontro interlocutorio, dicevamo dato che ci si è dati appuntamento a fine giugno, circa per capire quali atti concreti l’Amministrazione intende compiere per cercare di venire incontro e contemperare le diverse esigenze.
Sullo sfondo della voragine economica della gestione del canile comunale, che assorbe ogni anno quasi 340mila euro di fondi pubblici, c’è la volontà di adoperarsi per sensibilizzare alle adozioni, ad una campagna massiccia di sterilizzazioni, ad una maggiore attenzione all’ambiente, per quel che riguarda la pulizia di strade e giardini.
L’Assessora D’Ambrosio ha raccolta idee e progettualità da parte de presenti per elaborare future proposte da sottoporre al vaglio degli uffici.
Ma alcuni capisaldi chiari mancano ed è evidente, come è stato fatto notare dagli interventi dei cittadini: il Comune è manchevole di un Regolamento “ad hoc” sulla gestione dei cani randagi e si va avanti con Ordinanze sindacali redatte di volta in volta; non c’è, chiara, la consapevolezza che uno dei grossi problemi riguarda i proprietari dei cani che vivono presso le masserie, dove la sterilizzazione non è semplice e spesso manca; la sostanziale solitudine istituzionale del Comune nell’ambito della Città Metropolitana e della Regione Puglia sulla gestione dei cani abbandonati: basti pensare, ad esempio, che uno dei luoghi preferiti da chi vuole abbandonare un animale è la Foresta Mercadante, di proprietà della Regione che però non muove un dito (anche economicamente parlando) per aiutare il nostro Comune, che ha già di suo il dover controllare un territorio vastissimo.
Le misure finora adottate dal Comune sono state fallimentari: dal contributo di 100 euro per chi adotta un cane – con adesioni pari a zero da parte dei cassanesi – al mai entrato a regime lo sconto sulla tassa rifiuti per chi si prende in carico un cucciolo. Senza parlare del mancato controllo da parte della Polizia Locale che per mancanza di uomini non riesce a multare quei proprietari di cani che vanno in giro senza strumenti per raccogliere le deiezioni, lasciando sporcizia su strade e marciapiedi.
C’è poi la questione dell’area di sgambettamento. La D’Ambrosio ha spiegato che la zona è pronta, individuata nel di recente ristrutturato spazio verde in viale della Resistenza, alle spalle dell’Asilo Comunale ma non è possibile attivarla perché occorre affidarla ad una Associazione che stipuli una convenzione con il Comune facendosi carico della cura dei luoghi.
Tutto rinviato a fra un mese, quindi, nella speranza che questo nuovo filo di dialogo fra cittadini e istituzione non si spezzi di nuovo, come nel recente passato.
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Commenti
Venezia che fine ha fatto la tua interpellanza?
Mi sembrava di essermi espresso in maniera civile e senza preconcetti, tra l'altro firmandomi con nome e cognome.
Chiedo scusa se ho osato.
Non aggiungo altro.
metodo che fa acqua da tutte le parti e non risolverebbe quanto accaduto.
Johnny, Vito Campanale ha ragione. La gente parla sui cani che avete in casa perché siete voi che date adito nel farlo.
Chi possiede cani e abita in condominio è egoista è irrispettoso. Viceversa invece chi ne ha 1 o più cani e abita in zone periferiche o in case singole, non reca disagi a nessuno per un gusto proprio e rispetta il prossimo.
Tutti bravi dietro la tastiera di un cellulare.
No sa nulla neanche sui cani e sui regolamenti previsti.
Ma qualcuno le può preparare il compitino?
Con tanti disoccupati e aggiungendo un piccolo contributo alla spesa annuale del canile, si potrebbe assumere un accalappiacani e il problema del randagismo è risolto.
Ciò che invece è più grave e irrisolvibile è l'attuale moda di avere cani in casa, un po' per far felici i bambini e un po' per rompere i ******* ai coinquilini o ai
vicini.
Purtroppo la gente è egoista, non ha nessun interesse a preoccuparsi se il cane o a volte i cani, recano disagio a chi non ha nessuna voglia di possederne per svariati motivi. L'altruismo è cosa rara.
Ero rammaricato per non aver potuto partecipare, ma leggere che alla fine si è trattato dell’ennesima presa d’atto della situazione, mi consola.
A mio parere c’è una sola cosa che possiamo fare, aspettando che i tempi biblici della burocrazia evolvano a favore: cominciare ad agire.
Visto che sui randagi non possiamo fare molto, parecchio potremmo già fare con quei cani che randagi non sono, ovvero quelli che vivono nelle nostre case.
Vedo ancora troppa gente che tiene un cane (a volte più cani!) senza poterselo permettere: lasciati soli in casa, al sole sui balconi o nei cortili, sopportati da vicini che magari avrebbero voluto anche loro averne uno, ma hanno capito che non era il caso perché non c’erano le condizioni.
Cani in giro senza guinzaglio (e non parliamo delle museruole, oramai scomparse), che –giustamente- si comportano da cani, facendo quello che hanno sempre fatto, col risultato che è sotto gli occhi di tutti, basta farsi un giro.
E guai a parlare! Subito si passa per intolleranti e nemici degli animali.
I politici devono essere disponibili perchè sono pagati, se rivestono un ruolo istituzionale, per svolgere un servizio per i cittadini che li hanno eletti.
Ma oltre la disponibilità non c'è un bel niente.
Si fa un incontro per elencare al solito cosa non si fa e fare il solito scaricabarile delle responsabilità.
Siamo a due anni di amministrazione. Due anni di vuoto assoluto.