Il Comune si “sgancia” dall’Ecopunto “MurgiaGreen” che nel maggio scorso, su via Giotto, fu aperto da un imprenditore di Modugno, Filippo Ferrulli (nella foto).
La Giunta Comunale, infatti, ha deciso di recedere dal Protocollo d’Intesa stipulato nel 2014.
“Il negozio che compra i rifiuti” – come con un significativo slogan la catena degli Ecopunto che opera in tutta Italia si fa chiamare – non è mai piaciuto all’amministrazione Lionetti: già in campagna elettorale l’allora candidato consigliere Davide Del Re criticò aspramente, nel corso di un comizio, la scelta dell’Amministrazione dell’epoca di stipulare una convenzione con un privato quando quei soldi (7.000 euro l’anno che il Comune risparmia dalla "selezione" del materiale che altrimenti dovrebbe essere pagata) potevano essere impiegati diversamente.
Ma i servizi dell’ecopunto sembrano essere piaciuti, invece, alla popolazione cassanese, con una fidelizzazione sempre più ampia tanto che il negozio è arrivato a raccogliere carta, plastica, lattine da oltre 600 famiglie cassanesi.
Per la Giunta, invece, l’ecopunto fa calare la differenziata (“ha subito una sensibile flessione” si legge nella Delibera che straccia l’intesa con Comune).
Che attribuisce al gestore del negozio una serie di inadempienze: non riduce la plastica da conferire, non realizza programmi di educazione ambientale che pure ci sono nel Protocollo, non aggiorna le utenze, non trasmette gli scontrini di pesa di ogni carico prelevato dal gestore.
Tutte violazioni che – per l’amministrazione Lionetti – sono sufficienti per disdire il Protocollo d’intesa.
In questi mesi il gestore aveva più volte lamentato l’inefficienza (quando non un vero e proprio boicottaggio) da parte della Tradeco (e, indirettamente, del Comune) nel prelevare i rifiuti differenziati tanto da essere costretto a chiamare in causa il Comune dinanzi al Tribunale di Bari che, però, diede torto al Ferrulli proprio per l’inosservanza a ridurre volumetricamente la plastica conferita.
Da queste pagine e con il settimanale “La voce del paese” abbiamo denunciato più volte il pericolo che quanto accaduto quest’oggi potesse avvenire: la chiusura dell’Ecopunto che oramai costituiva un fiore all’occhiello per la cittadina cassanese e che ora rischia di scomparire.
Ci sono Comuni, come quello della vicina Acquaviva delle Fonti, che paga 25mila euro l’anno per l’apertura di un ecopunto e noi che ce l’abbiamo rischiamo di farlo chiudere, senza neppure provare a migliorare la situazione, a capire quali sono le criticità ed a superarle!
Non si sa per il momento se Ferrulli deciderà comunque di restare aperto, probabilmente sì visto che ha nel frattempo allargato il suo piano di azione ad una serie di prodotti verdi (dalla vendita del detersivo sfuso ai prodotti in carta riciclata, dai libri usati agli abiti dismessi) certo è che appaiono davvero strane le motivazioni con le quali il Comune ha deciso di sganciarsi da questa attività: vedremo come la popolazione cassanese reagirà a questa notizia.
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Commenti
I Consorzi, cioè, sostengono chi conferisce loro prodotti già selezionati e riciclabili.
Quei soldi - adesso - saranno dati dal Comune di Cassano a delle società che faranno lo stesso lavoro che faceva l'Ecopunto per i prodotti che gli veniva conferiti dai cittadini. Che, fra l'altro, ricevevano un piccolo incentivo di natura economica, grazie a questa convenzione. Ecco quel che so e che anche lei potrebbe sapere se leggesse attentamente il "Protocollo di Cooperazione Commerciale" fra Comune ed Ecopunto del 15/04/2014.
Lo sappiamo che sei tu! non ce n'è bisogno...
Si aprisse un bando per un nuovo eco punto, con la prerogativa che il candidato debba essere un cassanese disoccupato.
P.S. l'imprenditore è santermano o modugnese?
è sottomessa alla Tradeco!!!
X prima cosa era vergognoso che una attività privata venisse sovezionata con soldi pubblici
Secondo se l'attività va bene come letto su questo articolo non ci sono problemi i cittadini possono continuare a portare i propri rifiuti in questa attività
Terzo siccome c'è guadagno da parte sia del commerciante e che del cliente non capisco come detto prima xche il comune dovrebbe aiutare questa attività o non altre?
La nascita dell'ecopunto era anomala. Anomala la convenzione considerato quel che costa già tutto il servizio di raccolta rifiuti.
Anomalo il trattamento dei cittadini: più di una volta mi son sentito dire che non mi si poteva pagare la carta perchè il comune non aveva pagato... e parliamo di pochi centesimi!!!
Buona l'idea ma è tutto il sistema ideato da Briano che fa acqua. Ed essendo un costo, e non rispettando il contratto bene si ha fatto a cancellare questo eco...mostro.
E Brunelli queste cose le sa.