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Al via oggi (ufficialmente, ieri 24 ottobre) il 6° Censimento Generale dell’Agricoltura avviato dall’Istat - Istituto Nazionale di Statistica. “Raccogliamo risposte, seminiamo futuro”, è questo lo slogan del censimento 2010, un grande progetto per l’Agricoltura.
I dati raccolti dal Censimento Istat consentiranno di produrre un quadro informativo statistico strutturale sulle aziende agricole e zootecniche attive, l’analisi di una molteplicità di fenomeni agricoli. Verrà realizzato, insomma, un quadro sullo sviluppo rurale e la sostenibilità ambientale che avranno un impatto sulla programmazione e valutazione delle politiche agricole europee, nazionali e regionali.
Nei mesi scorsi l’Istat ha realizzato una lista delle aziende agricole e zootecniche da censire, integrando archivi amministrativi diversi; in questi giorni i conduttori delle aziende interessate, hanno ricevuto dal Presidente dell’Istat Enrico Giovannini una lettera che spiega, in modo semplice e dettagliato, i motivi e i vantaggi del 6° Censimento generale dell’Agricoltura.
Su Cassano saranno oltre 1400 le aziende agricoli e zootecniche da censire. A farlo, com'è noto, una decina di dipendenti comunali, scelta che ha suscitato diverse polemiche e prese di posizione a cui il Comune non ha dato mai una risposta, anzi criticando l'opera di chi, come questa testata, ha posto domande, ricevendo solo insulti.Per ulteriori informazioni visita il sito http://www.istat.it
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- selezione tra i dipendenti dell’amministrazione che ha costituito l’Ufficio di censimento;
- selezione di dipendenti di altre amministrazioni pubbliche territoriali o funzionali, nel rispetto delle norme regionali e locali;
-procedure selettive per il reclutamento di personale esterno alle pubbliche amministrazioni;
- ricorso ad elenchi preesistenti formati tramite procedure selettive o altre forme previste dalle norme vigenti”.
E invece il diploma o la laurea si riferiscono a "rilevatori intercomunali" non a quelli comunali per i quali necessita solo il diploma di scuola media superiore.
Spiega ancora l’Istat (riprendendo il DPR n. 154 del 23 luglio 2010, Art. 23 – “Modalità di reclutamento”): “Le modalità sopra indicate non sono ordinate in modo gerarchico; esse possono essere utilizzate in modo tra loro alternativo o complementare, in relazione alle peculiarità, esigenze e necessità di ciascun organo di censimento incaricato del reclutamento”.
Ovvero: si poteva scegliere fra le diverse modalità, senza alcun obbligo di legge. Come invece dicono, sbagliando, dal Comune.
D’altra parte perché la stragrande maggioranza dei Comuni italiani avrebbe scelto di fare ricorso a personale esterno? Basta una piccola ricerca per accorgersi che a fronte di migliaia di Comuni che hanno chiamato giovani e disoccupati a lavorare, pochissime amministrazioni hanno fatto lavorare chi già lavora, ovvero i dipendenti comunali. E’ il caso di Empoli o Manfredonia: subissati, entrambi da critiche da parte dei giornali locali.